Storia della filosofia del diritto. vol. II. L'età moderna by Guido Fassò

Storia della filosofia del diritto. vol. II. L'età moderna by Guido Fassò

autore:Guido Fassò [Fassò, Guido]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Manuali Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2021-06-15T00:00:00+00:00


6. Il diritto nella «Scienza nuova»: diritto naturale delle nazioni e diritto naturale dei filosofi

Non è comunque nel De uno, benché questo sia un libro di dichiarata filosofia giuridica, che va ricercata la vera filosofia del diritto vichiana: anche questa è contenuta nella Scienza nuova, pur se in essa l’interesse per il diritto appar marginale; e del resto non tanto che non vi si riconosca l’origine di molte sue parti dall’indagine filosofica intorno al diritto.

Come si è già detto, il Vico insiste nel chiamare l’oggetto della sua opera – oggetto che è senza dubbio la storia in tutti i suoi aspetti – «diritto natural delle genti». Ciò si spiega col fatto che il suo intento originario era di scrivere una trattazione di diritto naturale che certo egli voleva contrapporre a quella dell’«auttore eretico» Grozio e degli altrettanto eretici giusnaturalisti che egli considera i maggiori, il Selden e il Pufendorf («Grozio, Seldeno e Pufendorfio», quasi sempre citati tutti e tre assieme, sono detti da lui «i tre prìncipi» della scienza del diritto naturale): con la Scienza nuova infatti il Vico, egli scrive, «con gloria della cattolica religione produce il vantaggio alla nostra Italia di non invidiare all’Olanda, l’Inghilterra e la Germania protestante i loro tre prìncipi di questa scienza»26.

Eloquente a questo proposito è il titolo della Scienza nuova prima, che nella sua forma integrale suona così: Principj di una scienza nuova intorno alla natura delle nazioni, per la quale si ritruovano i principj di altro sistema del diritto naturale delle genti. Da esso appare che la ricerca più ampia intorno all’intera storia dell’uomo non intendeva in origine essere che un mezzo per la fondazione di una nuova dottrina del diritto naturale, come è confermato, oltre che dalle dediche della Scienza nuova prima27 e da molti altri passi di essa che qui sarebbe troppo lungo enumerare, dalla critica, contenuta nel quinto capitolo, dei sistemi di Grozio, del Selden e del Pufendorf: critica che ricorre poi spesso, più o meno ampiamente svolta, in entrambe le redazioni della Scienza nuova.

Non è illegittimo quindi ricercare anche nella Scienza nuova pagine che interessino la filosofia del diritto: pur se il diritto non vi è più al centro dell’indagine filosofica e se ad esso ed alla sua storia ora il Vico applica le categorie della «storia ideale eterna» non diversamente da come fa per tutte le altre forme dell’operare umano. Ed anzi, oltre all’applicazione di tali categorie al diritto, già di per sé non priva per noi di interesse, nella Scienza nuova troviamo, inquadrata nel generale storicismo della filosofia vichiana e presentata in aperta contrapposizione a quella del giusnaturalismo secentesco, una concezione del diritto naturale che costituisce uno dei più originali e profondi motivi di tutta la storia della filosofia del diritto.

Ai giusnaturalisti del secolo XVII il Vico rimprovera infatti un errore fondamentale: «quel diritto naturale che essi stabiliscono..., come egli in verità è eterno nella sua idea, così stimano che fosse stato mai sempre praticato coi costumi delle nazioni. E non avvertirono che il diritto naturale.



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